IL NIDO FA BENE AI BAMBINI

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L’Italia non brilla di certo per politiche e iniziative a sostegno delle donne lavoratrici che hanno dei figli o che vogliono metterli al mondo, e forse è anche questo il motivo per cui nel nostro Paese le mamme che lavorano raggiungono una media del 50%. Molto più bassa di quella di altre nazioni, come quelle del Nord Europa, dove inveceessere madre e lavoratrice allo stesso tempo è molto meno complicato.

In ogni caso, qualsiasi mamma che lavora a un certo punto si trova davanti a un bivio: nido sì o nido no? Sebbene in molti casi i genitori di figli piccoli che non vanno ancora a scuola possono contare sull’aiuto dei nonni e affidare loro i bambini durante le ore di lavoro, non tutti possono vantare però la stessa fortuna.

A quel punto il nido diventa una scelta obbligata, anche se tra mille dubbi, tra cui il più diffuso: il nido fa bene ai bambini o sarebbe meglio crescessero accuditi dalla mamma, se non lavora, o dai nonni? Ebbene, sembra che frequentare il nido faccia sì che i piccoli crescano meglio.

 A confermarlo è uno studio presentato recentemente durante la diciottesima conferenza europea della Fondazione Debenedetti svoltasi a Siracusa, che quest’anno ha avuto come tema le politiche di assistenza all’infanzia.Secondo lo studio della Fondazione Debenedetti, il nido aiuterebbe i bambini a sviluppare delle capacità cognitive che invece, nei bimbi di età prescolare accuditi dai genitori o dai nonni, risultano meno stimolate. Chi ha frequentato il nido, per esempio, impara a leggere e apprende le basi della matematica prima rispetto a chi non lo ha frequentato. In tutto questo gioca un ruolo fondamentale l’interazione con i coetanei, con i quali prendono vita giochi comuni che rappresentano un incentivo allo sviluppo cognitivo, costantemente stimolato.

Sembra che l’influsso della frequenza del nido sullo sviluppo delle capacità cognitive dei bambini sia particolarmente evidente nei casi in cui i piccoli provengono da famiglie disagiate, che magari non riescono a fornire ai bimbi degli stimoli particolari.

Pare inoltre che i bambini che frequentano il nido ottengano dei benefici non solo a livello di apprendimento e sviluppo delle abilità cognitive, ma anche sul piano fisico, dato che hanno meno probabilità di diventare obesi. Sicuramente c’entra il fatto che al nido i piccoli sono invogliati a muoversi in continuazione per via del gioco e dell’interazione con i coetanei, mentre i bambini che crescono in casa invece sono più sedentari.

Infine, la frequenza del nido fa sì che i bambini non crescano timidi e pieni di paure, ma acquisiscano sicurezza in sé stessi, intraprendenza e tolleranza, doti fondamentali durante la crescita.

Sono numerosi, dunque, i vantaggi del nido sullo sviluppo dei bambini. Peccato che in Italia soltanto il 13% dei piccoli trova posto in un asilo nido: una percentuale davvero bassa che è lo specchio di come il nostro Paese sia tutt’altro che vicino alle mamme e alle famiglie. Politiche più mirate in questo senso potrebbero davvero fare la differenza, consentendo alle donne di rimanere nel mondo del lavoro pur avendo dei figli e favorendo anche la crescita e lo sviluppo dei più piccoli.