Asilo Nido

Cooperativa I Girasoli

In questi ultimi anni il Nido d’infanzia è venuto configurandosi come luogo educativo e di relazioni, spazio e opportunità di crescita per i bambini e per gli adulti. I bambini rappresentano il punto di partenza del nostro pensiero educativo e del nostro agire quotidiano: essi ci fanno capire ogni giorno che è da loro che dobbiamo partire alla volta dei nostri itinerari educativi. Ognuno di loro in realtà ha qualcosa che lo accomuna ai coetanei e qualcosa di individuale che lo rende unico. Gli adulti, genitori ed educatori insieme, promuoveranno situazioni e predisporranno spazi e tempi in cui il bambino possa essere stimolato e facilitato nell’espressione delle sue competenze e dei suoi bisogni, valorizzando ciò che è, ciò che fa, proponendo e inventando, dandogli mezzi e tempo per pensare e capire. Se gli adulti risponderanno con attento ascolto a questi bisogni, il bambino interiorizzerà che può fidarsi di loro; anche la consapevolezza e l’utilizzo delle proprie risorse, allora saranno la base da dove avviare autonomia e sicurezza per la vita. La Cooperativa Sociale “I Girasoli” vorrebbe adempiere questa funzione attraverso un servizio educativo in cui si crea cultura sull’infanzia e sulla famiglia attraverso un processo di socializzazione dei bambini e degli adulti.

Progetto Educativo

L’Asilo Nido concorre, insieme alla famiglia, a promuovere la formazione integrale della personalità dei bambini: la percezione, la memoria, l’attenzione, l’apprendimento, il coordinamento dei movimenti, ma anche il linguaggio e la rappresentazione di se stessi e del mondo sono capacità che si acquisiscono attraverso le esperienze dei primi anni di vita. Nei primi tre anni il bambino attraversa la fase senso – motoria, in cui le attività che mettono il bambino in contatto con l’ambiente consistono unicamente in percezioni e movimenti. Dal secondo anno circa ha inizio la fase pre – operatoria o pre – concettuale in cui il bambino è in grado di immaginarsi delle azioni, oltre che effettuarle, e può quindi già pensare alla soluzione pratica eseguendo mentalmente l’esperimento. Da questa età inizia ad usare le immagini mentali e il linguaggio (dal gestuale al verbale) caratterizzato dalla comunicazione egocentrica. A poco a poco il bambino costruisce un’immagine interiore di se stesso e del mondo che esprime con le parole, il comportamento, i disegni.

Proprio per questi motivi l’Asilo Nido cerca di perseguire sia l’acquisizione di capacità e di competenze di tipo comunicativo, espressivo, logico e operativo, sia un’equilibrata maturazione e organizzazione delle competenze cognitive, affettive, sociali e morali della personalità. Si propone inoltre di mantenere una particolare attenzione per il riconoscimento delle difficoltà cognitive, delle esigenze emotive e delle richieste affettive di ciascun bambino, al fine di adeguare ed identificare i processi da promuovere, sostenere e rafforzare le potenzialità per consentire ad ogni bambino di realizzarsi al massimo grado possibile, anche in vista dell’inserimento della scuola dell’infanzia e in prospettiva della scuola dell’obbligo. La determinazione delle finalità dell’Asilo Nido deriva dalla visione del bambino come soggetto attivo

Obiettivi generali dell’Asilo Nido

  • Accogliere i bambini fino a tre anni d’età, concorrendo efficacemente con la famiglia alla loro educazione e formazione;
  • Sollecitare tutte le attività cognitive, affettive, personali e sociali del bambino, assicurandogli un adeguato sviluppo psicofisico anche attraverso una preventiva assistenza sanitaria e psicopedagogica;
  • Collaborare con la famiglia al fine di favorire l’armonico sviluppo della personalità infantile;
  • Facilitare i processi di socializzazione e di apprendimento del bambino, in vista dell’inserimento nella scuola dell’infanzia e, in prospettiva nella scuola dell’obbligo, basandosi sul principio della continuità pedagogica impegnato in un processo di continua interazione con i pari, gli adulti, l’ambiente, la cultura.

Obiettivi formativi 3-12 mesi

1. facilitare il distacco dalla figura parentale attraverso l’ambientamento e l’accoglienza;
2. sviluppo relazionale – affettivo;
3. stimolare le capacità percettivo sensoriali dei bambini offrendo loro una gamma di materiali ed esperienze varie e diversificate.

Obiettivi formativi 12-24 mesi

1. sostenere il desiderio di autonomia nel movimento, nell’alimentazione e nell’igiene personale attraverso la proposta di attività, attrezzature ed arredi idonei;
2. sviluppare il rispetto di sé e dell’altro attraverso le routine quotidiane ( igiene,pasto,sonno) e le attività strutturate;
3. sviluppare la relazione e la comunicazione.

Obiettivi formativi 24 – 36 mesi

1. raggiungimento della propria autonomia;
2. stimolare l’area e le capacità linguistiche e di verbalizzazione dei bambini;
3. porre il bambino come soggetto attivo nello sviluppo della sua educazione; riconoscimento dell’io e dell’altro.

Gioco e Attività

Il nido è per i bambini un luogo di gioco e di esperienze “su misura” che può aiutarli a crescere. Tutte le esperienze si sostanziano in attività che gli educatori allestiscono per i bambini e che svolgono con loro avvalendosi delle attrezzature e dei materiali presenti nel nido (vedi arredi e materiali per le attività). I criteri che presiederanno la scelta e la gestione delle attività per i bambini saranno i seguenti:

a) progettazione: le attività saranno scelte e realizzate secondo un progetto ragionato, condiviso dalle educatrici e anche dai genitori, che espliciti gli obiettivi educativi e i modi per realizzarlo (tempi, spazi, gruppi, modalità di conduzione ) tenendo conto della peculiarità della fascia di età cui è rivolto e del livello evolutivo dei singoli bambini (la progettazione educativa comune a tutti gli asili nido della cooperativa ma prevede una progettualità didattica che cambia di anno in anno).

b) varietà: è opportuno che nel nido si realizzi una pluralità di occasioni di apprendimento finalizzate a promuovere nei bambini un’ampia gamma di capacità (motorie, linguistiche, esplorative, simboliche, espressive, sociali);

c) articolazione e progressione: le attività si arricchiranno e si articoleranno progressivamente in funzione dell’estendersi delle capacità e degli interessi dei bambini;

d) regolarità: le attività progettate si svolgeranno con regolarità secondo le cadenze stabilite;

e) ludicità: le attività vanno organizzate e svolte in forma ludica. Ci si prenderà cura di creare situazioni motivanti e coinvolgenti in cui ciascun bambino possa trovare occasione di affermazione e di arricchimento personale: i bambini non vanno costretti a partecipare ed è opportuno che l’insegnamento avvenga per via indiretta e in modo non scolastico. Le attività sono finalizzate a far sì che ogni bambino possa partecipare in maniera attiva al processo di apprendimento;

f) qualità sociale: è opportuno tenere presente che ogni attività è potenzialmente un’occasione di apprendimento sociale tra bambini e bambini e tra bambini e adulti, e che va allestita e gestita tenendo conto anche di questo aspetto;

g) significatività pedagogica: le attività, di cui i bambini sono protagonisti, individualmente e in gruppo, vanno sostenute dall’adulto che con la propria azione intenzionale aiuterà i piccoli a trarre vantaggio dall’esperienza.

Le attività per i bambini

Non potendo elencare qui tutti i tipi di attività che potrebbero costituire occasioni di gioco e di apprendimento per i bambini ci limitiamo ad elencare alcuni ambiti di attività che sembrano irrinunciabili negli anni del nido perché concorrono a sviluppare abilità evolutive fondamentali:
– attività rivolte allo sviluppo del linguaggio;
– attività rivolte allo sviluppo fisico e motorio;
– attività che sviluppino l’espressione creativa e simbolica;
– attività che incoraggino i bambini a ragionare e sperimentare;
– attività mirate ad inserire il bambino nella cultura di appartenenza e ad avvicinare il bambino al rispetto delle diversità culturali.

Attività rivolte allo sviluppo del linguaggio

Per i piccoli: le educatrici parlano ai bambini durante le cure di routine e durante le attività, prestano attenzione alle prime verbalizzazioni infantili e vi rispondono con un linguaggio più elaborato. Nominano gli oggetti durante le attività e le routine. Descrivono ai bambini le azioni degli adulti e gli eventi che hanno luogo al nido.
Per i bambini più grandi: le educatrici parlano ai bambini e li invitano ad esprimere verbalmente ciò che vedono e ciò che fanno, raccontano storie, commentano figure, incoraggiano i bambini a parlare di sé, della propria famiglia e di ciò che accade al nido. Incoraggiano la conversazione tra bambini e tra bambini e adulti. Rispondono in maniera esauriente alle domande dei bambini. Svolgono attività di lettura di libri e di immagini.

Attività rivolte allo sviluppo fisico e motorio

Per i piccoli: ai piccoli viene lasciata ampia libertà di movimento e, se in grado di camminare, di libera esplorazione dell’ambiente; li si incoraggia a gattonare e camminare fornendo loro aiuto. Si propongono giochi con oggetti che i piccoli siano invogliati a raggiungere (palle, oggetti che rotolano). Si invitano i piccoli a servirsi delle attrezzature per il gioco motorio adatte alla loro età.
Per i bambini più grandi: si garantiscono tempi e spazi per il gioco motorio e si incoraggiano i bambini a correre, saltare, arrampicarsi, stare in equilibrio, andare sui tricicli. Si incoraggia il movimento su base musicale (danza) mediante giochi guidati e canzoni mimate. Si stimola la motricità fine proponendo puzzle, perle da infilare, chiodini, costruzioni.

Attività che sviluppino l’espressione creativa e simbolica

Per i piccoli: si canta spesso ai bambini e si fa loro ascoltare musica invitandoli a seguirne il ritmo; si propongono loro giocattoli musicali e sonori, si valorizzano le vocalizzazioni sonore infantili. Si cura l’estetica dell’ambiente e delle illustrazioni in modo che i piccoli siano invogliati a guardare e a osservare. Si incoraggiano i piccoli a usare gran- di pastelli per creare i primi scarabocchi. Si propongono bambole e peluches come giocattoli affettivi.
Per i bambini più grandi: si propongono attività che stimolano la simbolizzazione in forma espressiva attraverso l’uso di linguaggi diversi: gioco del “far finta”, teatro e drammatizzazione; disegno e pittura; manipolazione di materiale malleabile non strutturato: gioco con la creta, con la sabbia e con l’acqua; gioco con le costruzioni. Si propongono l’ascolto di brani musicali, l’uso di strumenti musicali, il canto e la danza.

Attività che incoraggino i bambini a ragionare e sperimentare

Per i piccoli: allestimento di un ambiente che favorisca la libera esplorazione; giochi di esplorazione tattile, visiva, sonora; giochi di riempimento e svuotamento; scambio di osservazioni sulla qualità degli oggetti e degli eventi; giochi interattivi con gli oggetti (per esempio cucù).
Per i bambini più grandi: esplorazione dell’ambiente, osservazione di eventi naturali, conversazioni sugli aspetti temporali dell’esperienza: stagioni, sequenze di eventi; uscite e visite, giochi di classificazione, gioco dei travasi, gioco con sabbia e acqua, costruzioni.

Attività mirate ad inserire il bambino nella cultura di appartenenza e ad avvicinarlo al rispetto delle diversità culturali

Il bambino che va al nido vive in una famiglia che ha una sua storia e proprie tradizioni culturali ed è collocato in un ambiente sociale più ampio, anch’esso culturalmente caratterizzato. Il nido ha dunque, rispetto alla cultura, di cui ciascun bambino è portatore, e rispetto alle tradizioni della comunità in cui si inserisce, il compito di prospettare modalità culturali non uniformi che tengano conto delle diversità legate al genere, alle età della vita, alla provenienza sociale mostrando la ricchezza che può derivare dalla loro integrazione. Feste, ricorrenze, uscite, racconti, giocattoli, cibi possono costituire occasioni per pre- sentare al bambino piccolo la varietà dei modi con cui il mondo adulto realizza la propria “diversità” e costruisce la propria identità.

Accoglienza

Il nido costituisce quasi sempre il primo distacco tra il bambino e la sua famiglia. L’inserimento in un ambiente nuovo, pieno di nuovi stimoli in cui sono presenti altri bambini e adulti non conosciuti, è una situazione che attiva il legame tra il bambino e i suoi genitori mettendone in evidenza le caratteristiche di maggiore o minore sicurezza, maggiore o minore ansia. Il bambino è spesso inizialmente ambivalente nei confronti della situazione nuova: ne è attratto e tenta di esplorarla e, al tempo stesso, è allertato dalla novità cercando il contatto con la figura familiare come base sicura, esitando a staccarsene o alternando momenti di immersione piacevole nel nuovo ambiente ad altri di intenso bisogno di contatto con i genitori che si manifestano, a seconda del temperamento e dello stile delle relazioni, nel pianto, nella fatica a lasciarli o in un’apparente rassegnazione non accompagnata da un coinvolgimento attivo nel nuovo ambiente.
I genitori vivono questo momento con sentimenti complessi che possono manifestarsi in forte attaccamento o in apparente distacco e hanno essi stessi bisogno di supporto per accompagnare il bambino nell’allargamento delle sue esperienze e della sua vita sociale.
Affinché essi possano accettare con serenità la condivisione delle responsabilità nell’allevamento e nell’educazione che l’inserimento nel nido comporta, è necessario che fin dai primi contatti con il nido si crei un clima di accoglienza che stabilisca le basi per un rapporto di fiducia che si costruirà nel tempo.


Offrire un primo contatto, ascoltare e accettare dubbi e preoccupazioni senza minimizzarli, offrendo sostegno, informare i genitori su ciò che essi desiderano sapere rimandando informazioni più specificamente pedagogiche a quando l’ambientamento sarà completato, sono utili riflessioni. È bene altresì che i genitori abbiano avuto la possibilità di visitare il nido e di conoscere le educatrici che si occuperanno del bambino in contatti individuali o in incontri di gruppo con altri genitori; il confronto con chi condivide la stessa esperienza, infatti, può essere un aiuto importante e può facilitare l’ambientamento.


L’inserimento nell’asilo nido quindi, rappresenta un momento di particolare importanza nella vita del bambino, ma soprattutto è una situazione delicata per tutti coloro che, di questa esperienza ne sono i protagonisti: il bambino, i genitori, le insegnanti.


Ai fini di un “buon inserimento” del bambino al nido, è prevista una specifica strategia che consenta la costruzione di un rapporto di fiducia e collaborazione fra i genitori e le educatrici. E’ importante che un genitore rimanga al nido con il proprio figlio per circa due settimane al fine di favorirne l’inserimento graduale grazie alla presenza di una persona a lui familiare, che funga da punto di riferimento nelle sue nuove esperienze.
L’ingresso al nido costituisce la prima vera prova che il bambino deve affrontare lontano dal calore e dall’affetto di mamma e papà. È importante, perciò, che genitori ed educatori operino affinché questo momento venga vissuto dal piccolo nel modo meno traumatico possibile.
Trattandosi di un momento di distacco, è bene mettere in conto un periodo di prova che viene comunemente definito inserimento durante il quale uno dei genitori trascorre al nido qualche ora con il bambino accanto alle educatrici per rendere l’allontanamento meno traumatico, i primi tempi infatti abbiamo optato per una formula part- time.


La fase di inserimento non serve solo per abituare il bimbo al distacco dalla mamma e dal papà, ma anche a questi ultimi per conoscere meglio le educatrici e stabilire con loro un rapporto di collaborazione e aiuto reciproco. È durante questo primo periodo, quindi, che devono emergere eventuali problemi del bebè e che i genitori devono farsi carico di avvertire il personale educativo delle sue abitudini alimentari e dei suoi comportamenti.

Dopo il primo periodo in cui la mamma (o il papà) trascorrono al Nido le ore del mattino portandosi a casa il piccino per il momento del pasto è bene procedere al fine di operare un distacco più netto e deciso. Chiederemo ai genitori di accompagnare il bambino all’asilo, trascorrere con lui un po’ di tempo lasciandogli però lo spazio di interagire con le educatrici e con gli altri bambini e andarsene poco dopo, affidando il piccino alle cure esclusive delle educatrici.

Partecipazione delle famiglie

La presenza dei genitori nelle prime due settimane al nido (fase di inserimento) è indispensabile. Potrebbe risultare che dopo questa prima fase , cioè quando i genitori dovranno allontanarsi dalle sezioni, la figura genitoriale rischierebbe di scomparire. Nella progettazione educativa verranno previsti dei laboratori nei quali si svolgeranno attività utili al nido, quali disegnare dei contrassegni, cucire dei cuscini, costruire con il legno, a seconda delle capacità e preferenze dei genitori. In questo modo inizieranno attività concrete, che permetteranno da parte dei genitori, la conoscenza del nido “dietro le quinte”. La programmazione educativa darà il via ad una partecipazione stabile e continuativa creando occasioni privilegiate di incontro fra genitori e personale durante le quali, questi, potranno esprimere le difficoltà di allevamento dei figli, trovando risposte sia dalle educatrici, che da altri genitori. Inoltre, la partecipazione attiva all’assemblea dei genitori, permetterà loro, di entrare pienamente nel servizio, viverlo, dandogli valenza educativa.
Il tema del rapporto tra famiglia ed educatori rappresenta uno degli elementi che maggiormente qualificano l’esperienza educativa dentro il nido. Condividere tra adulti diversi la crescita e l’educazione di un bambino piccolo è un’impresa non facile che richiede la messa in atto di una dinamica relazionale complessa e di modalità di incontro, di scambio che aiutano a conoscersi.
La partecipazione dei genitori riguarda:
a) la vita quotidiana del bambino;
b) gli aspetti istituzionali.
Un ambiente educativo qualificato e attento allo sviluppo dei bambini presuppone da parte degli educatori la consapevolezza che la famiglia costituisce il contesto di sviluppo primario e più potente e che è pertanto necessario:
– conoscere la storia relazionale dei bambini;
– ascoltare le comunicazioni, le preoccupazioni, le aspettative dei genitori;
– accogliere, creando uno spazio opportuno, i genitori assieme ai loro bambini affinché l’ambientamento sia sereno e la frequenza crei una solida alleanza tra nido e famiglia;
– informare i genitori sullo svolgimento della giornata, sui fini educativi, sul modello pedagogico, sulle attività offerte dal nido;
– coinvolgere i genitori nella condivisione delle responsabilità educative e nella gestione del servizio;
– sostenere i genitori nel loro sforzo quotidiano nell’affrontare la responsabilità e i dubbi dell’educazione;
– creare spazi di confronto tra genitori affinché dubbi, problemi, convinzioni, scelte possano essere discussi tra pari, sdrammatizzarsi, generare nuove idee e soluzioni.
Il nido condivide le responsabilità educative e favorisce la partecipazione e può divenire un supporto formativo per le famiglie.
Alla luce di queste considerazioni si prospettano una serie di possibili forme di incontro all’interno del nido:
– le assemblee generali, da prevedere due o tre volte all’anno per discutere gli aspetti generali dell’organizzazione del servizio e l’andamento della programmazione delle attività. Di particolare importanza è l’assemblea di apertura quando tutto il personale si presenta ai nuovi genitori e i nuovi genitori visitano il nido;
– gli incontri di sezione, per confrontare, discutere, parlare con i genitori della vita dei bambini al nido. Contenuti privilegiati sono la vita del gruppo sezione e le linee di lavoro con il gruppo;
– i colloqui individuali con ogni famiglia, fatti con molta discrezione e delicatezza, prima e dopo l’ingresso del bambino al nido, richiesti dalla famiglia o proposti dagli educatori, finalizzati a raccogliere conoscenze specifiche, a costruire un dialogo ravvicinato, personalizzato tra educatori e genitori;
– gli incontri tematici più allargati, da realizzarsi anche con la presenza di esperti, tesi ad arricchire le competenze di tutti su aspetti di interesse comune (ad esempio: l’alimentazione, il gioco, la socialità);
– le serate di lavoro come occasioni per contribuire concretamente alla crescita del servizio. In questi incontri si costruiscono giochi, arredi per l’asilo, si ristrutturano ambienti, si realizza una manutenzione degli arredi;
– le feste, da prevedersi due o tre volte all’anno come momenti conviviali, nei quali genitori ed educatori preparano insieme spettacoli o giochi. Le feste possono coinvolgere tutto il nido, o la sola sezione; possono essere feste di compleanno, con i nonni, con i fratelli;
– le uscite, le gite di un giorno, come occasione di conoscenza del territorio ma anche come visita a casa dei bambini o ad altri nidi o scuole vicine.

Documentazione

La documentazione è  la memoria delle esperienze più significative: ricostruisce il passato (quindi ne lascia tracce), trattiene ed elabora conoscenze che permettono di costruire l’identità culturale e istituzionale della scuola, permette ai colleghi futuri di conoscere l’impianto educativo-didattico e l’identità della logica del nido.

La documentazione è informazione in entrata (raccolta, selezione e interpretazione delle informazioni) e in uscita,  nel senso che, formalizzando i percorsi, informa altri insegnanti, bambini, genitori, istituzioni, territorio, rendendo visibile l’offerta del nido. Ogni bambino, possiederà una documentazione individuale  del percorso svolto a testimonianza della partecipazione alla proposta educativa della sua crescita e dell’acquisizione di determinate competenze. Nell’asilo nido l’Arcobaleno, saranno diverse le metodologie, le strategie impiegate e i supporti utilizzati attraverso cui far scorrere l’informazione (video, cartaceo, informatico, sonoro, ecc…).

L’impiego di supporti diversi non è casuale, infatti l’uso di un libro piuttosto che di un cartellone, di un diario di bordo anziché di un video, consente di dare risalto, valorizzare e punteggiare in modo diversificato la realtà antistante.

Valutazione

La discussione sulla riforma dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, ha portato rigorosamente alla ribalta il tema della valutazione della qualità dei contesti educativi. La qualità è oggi uno dei termini più inflazionati in tutti i campi. E’ però possibile utilizzare diverse concettualizzazioni di tale termine, a seconda dell’approccio che si usa nella sua misurazione.

E’ possibile valutare anche l’andamento interno delle attività svolte al nido.

I criteri usati dalla nostra cooperativa, per valutare la qualità delle routine sono i seguenti:

a) personalizzazione della cura (flessibilità, sensibilità alle esigenze individuali, manifestazione di affettività positiva nell’interazione tra adulto e bambino);

b) pedagogizzazione della cura (incoraggiamento all’autonomia, presa di coscienza del proprio corpo);

c) affidabilità della cura (efficienza, ordine, regolarità);

d) integrazione delle routine nel progetto pedagogico-educativo;

e) rispetto di norme igieniche.

Organizzazione Spazi e Tempi

Gli asili nido gestiti dalla Coop. Soc. “I GIRASOLI” intendono prendersi cura dei bambini costruendo una buona relazione con loro, sapendoli osservare, rispondendo alle loro esigenze, contenendoli emozionalmente, creando, quindi, un ambiente accogliente, ricettivo, che favorisca la loro crescita e, nello stesso tempo li rassicuri stimolando la loro creatività.

La Cooperativa Sociale “I Girasoli”, nei suoi 10 anni di esperienza, ha avuto la conferma che il ruolo delle attività nella giornata del bambino al nido, ha assunto una rilevanza sempre più grande. Queste vanno programmate non dimenticando mai che, il gioco è il principale strumento di crescita del bambino. La predisposizione degli spazi coerenti, materiali, tempi di gioco in accordo con le fasi evolutive dei vari gruppi dei bambini è fondamentale. Abbiamo quindi messo in atto, una strutturazione mirata degli spazi:

 

Articolazione in sezioni
L’articolazione in sezioni (dove sono presenti più sezioni) ha come criterio il diverso momento evolutivo dei bambini, in particolare per quanto riguarda l’autonomia motoria. Sono pertanto richiesti spazi e servizi con caratteristiche diverse per bambini piccoli, medi, grandi che costituiranno le sezioni. Questo spazio va articolato nei seguenti ambienti: – ambiente per il gioco – ambiente per il pranzo – ambiente per il riposo – spazio per l’igiene – spazio all’aperto.

La specializzazione degli spazi
La dimensione e l’articolazione degli spazi deve consentire la possibilità per i bambini di ritrovarsi in piccoli gruppi, perché il piccolo gruppo facilita la comunicazione e aiuta i bambini a sperimentare strategie differenziate in funzione del partner che hanno di fronte. Un’attenta modulazione dello spazio può perciò garantire al nido di non disperdere le sue molteplici risorse in favore dello sviluppo nel bambino di una socialità articolata. Un’altra caratteristica degli spazi del nido è la loro specializzazione sia rispetto ad una determinata funzione (ad esempio la camera, la zona pranzo), sia rispetto ad una determinata attività (spazi per la manipolazione, il gioco simbolico, il movimento) che consente ai bambini una prevedibilità del loro uso. Si è infatti verificato che la scelta di forte identità dello spazio, consente al bambino una lettura più chiara delle possibilità che lo spazio offre. Grazie a una caratterizzazione degli spazi possiamo creare una situazione predisposta capace di orientare il comportamento dei bambini e di sollecitarli all’autoorganizzazione della propria attività.

Gli spazi raccolti
È necessario che nel nido si creino anche spazi che favoriscano momenti di maggiore intimità per i bambini. È questa una dimensione da salvaguardare, per il rispetto che dobbiamo al bambino e al suo bisogno di sottrarsi, a volte, a una presenza faticosa di altri bambini e adulti. Trovare infatti un angolo contenitore rassicurante dove distendersi, magari per un momento di relax, può essere un vero conforto per il bambino in grado di trasmettergli un indubbio senso di benessere.

La geografia del nido prevede territori individuali e spazi collettivi, rispettando, con coerenza di progettazione, sia le esigenze individuali che il progressivo coinvolgimento di gruppo.

L’ambiente per il riposo
L’ambiente per il riposo deve consentire un adeguato oscuramento, essere acusticamente protetto e permettere la facile predisposizione di culle e lettini. È importante favorire i rituali dei bambini e quindi personalizzare questo spazio, valorizzando gli oggetti transizionali.

L’ambiente del pranzo
Il pranzo ha una forte valenza culturale e sociale, pertanto dove i bambini mangiano è altrettanto importante quanto cosa i bambini mangiano. Lo spazio dove si mangia, la qualità dei modi di consumo condiziona il rapporto del bambino con il cibo.

L’ambiente per l’igiene
L’ambiente per l’igiene ha, rispetto ai precedenti, una maggiore delimitazione ma non riveste il carattere dell’isolamento visivo e permette il libero e facile accesso da parte dei bambini e il controllo da parte dell’adulto. E’ inoltre corredato da efficaci dispositivi di areazione. Lo spazio dell’igiene è concepito sia dal punto di vista strettamente funzionale che da quello educativo, come naturale estensione dell’ambiente di soggiorno e di gioco.

Servizi generali
Nel nido sono previsti servizi generali. Questi sono costituiti da: – servizi igienici; – spogliatoio guardaroba per il personale; – deposito attrezzi, arredi e materiale d’uso; – cucina e dispensa per i pasti dei bambini; – lavanderia e guardaroba; – sala riunioni– ufficio; – magazzini di deposito.

Spazi esterni 
L’area esterna all’asilo nido è organizzata come ambiente per le diverse attività educative, integrata organicamente nell’esperienza quotidiana dei bambini con quella dell’ambiente interno. A tale scopo l’area esterna prevede spazi a prato, con zone scoperte e coperte, piante e alberi di varie specie.

Arredi e Materiali

Arredi

Per arredi si intendono quelle attrezzature, fisse e mobili, che, organizzando gli spazi interni ed esterni, consentono di svolgere al meglio le attività di cura dei bambini e garantiscono la creazione di ambienti adatti a realizzare un’ampia gamma di attività di gioco e di apprendimento. I criteri che presiedono alla scelta e all’allestimento degli arredi nei nidi sono i seguenti

a) funzionalità;

b) sicurezza;

c) disposizione idonea in relazione alle funzioni delle diverse zone;

d) facile accessibilità per bambini e adulti;

e) gradevolezza estetica;

f) personalizzazione.

 

Arredi per le cure di routine

In dotazione del nido ci sono arredi, per bambini ed adulti, che garantiscono al meglio lo svolgimento delle cure di routine (cambio, pranzo e merende, riposo) oltre a scaffalature e armadi per riporre le attrezzature necessarie.
Nella zona cambio-pulizia: un numero sufficiente di vaterini e lavandini a misura di bambino che consentano a piccoli gruppi infantili di svolgere con sempre maggiore autonomia le attività di pulizia personale; fasciatoi comodi per l’adulto e per i bambini accostati a lavandini con acqua calda e fredda e a scaffalature per riporre gli indumenti di ricambio di ciascun bambino. Oltre a soddisfare i criteri della funzionalità, della sicurezza e della comodità (per bambini e adulti), tali arredi sono collocati in modo da garantire la facile accessibilità (gli adulti hanno la possibilità di cambiare i bambini senza perdere di vista l’intero gruppo). Le attrezzature sono personalizzate (contrassegni per gli scaffali che contengono gli indumenti di ciascun bambino, fotografie dei bambini).
Nella zona riposo: ciascun bambino del gruppo possiederà un proprio lettino, facile da pulire, confortevole e contraddistinto da segni personali (il nome, la foto, ecc.)
Nella zona pranzo: sia che ciascuna sezione del nido disponga di un’area a sé per il pranzo, sia che si utilizzi per questo una parte della sezione, sono previsti: seggioloni comodi (con poggiapiedi e piano di appoggio) e sicuri per i piccoli, tavoli e sedie a misura di bambino, facili da pulire e sicuri, per medi e grandi ; scaffalature e piani di appoggio per riporre stoviglie e biberon. La scelta dei colori e dei materiali degli arredi per le cure di routines soddisferanno anche un criterio di gradevolezza estetica (per esempio morbidezza e colori tenui per le zone sonno).

Personale

Le relazioni con i pari, rappresentano sicuramente un  contributo allo sviluppo dell’identità. A nostro avviso, comunque, quanto più il bambino è piccolo, tanto maggiore è l’importanza assunta dal ruolo dell’adulto: egli accoglie una serie di bisogni a cui i pari non sono in grado di rispondere e per di più svolge anche una funzione di mediatore relazionale tra il bambino e i suoi compagni. Sono, dunque, l’educatore, il referente del servizio sono coloro che, pensano, progettano le variabili del contesto in riferimento al bambino, essi, come affermava Winnicott, dovranno:

  • identificarsi con il bambino;
  • avere capacità di mantenere una distanza ottimale;
  • avere capacità di intervenire al momento opportuno

Il personale educativo è in possesso di almeno uno dei titoli di studio richiesti dalle leggi vigenti e da libretto sanitario; il numero del personale ausiliario utilizzato sarà dotato di libretto sanitario e rapportato alle numero degli iscritti.